Basta clandestini!!!

bossi clandestiniL’agenzia di stampa Adnkronos annuncia che i suoi take, o lanci, cioè le notizie, non citeranno più la parola “clandestino” per indicare un migrante arrivato o presente illegalmente in un Paese. Si tratta in realtà del recepimento della Carta di Roma, un codice deontologico siglato nel 2008 dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana. A quando il bando del termine anche per gli altri media mainstream?

 “Di nascosto”, questo vuol dire “clandestino”. Ma di nascosto da chi, da cosa? Nel tempo – diciamo anche grazie alla Lega Nord quand’era all’apice del suo splendore – il termine ha assunto significati sempre più dispregiativi, sdoganando o rappresentando una visione razzista e discriminatoria dell’emigrante. E dietro la parola “clandestino” si nascondeva – questa volta sì – a volte un richiedente asilo, a volte un profugo, una vittima della tratta e in altri casi un immigrato “tout court”.

L’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, di cui è stata portavoce Laura Boldrini, attuale presidente della Camera, si batte da sempre, tra l’altro, per un uso più corretto dei termini coi quali i media raccontano fatti e vicende i cui protagonisti sono persone immigrate. Grazie a questo specifico impegno nel 2008 – ben cinque anni fa, va sottolineato – si arriva alla Carta di Roma, un vero e proprio protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, firmato dalle principali associazioni di categoria, ovvero da Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa. La Carta di Roma stabilisce, tra l’altro, l’impegno ad «adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di restituire al lettore ed all’utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri».

Ma l’applicazione della Carta è questione controversa e arbitraria, in quanto contiene delle linee guida, sicché in buona sostanza la singola testata giornalistica sceglie se applicare o meno i suoi dettami.

Il 4 aprile la buona notizia, con la decisione di una delle principali agenzie di stampa italiane, l’Adnkronos, di voltare pagina e formalmente impegnarsi ad un uso più attento delle parole, quando si parla di migranti.

Il direttore dell’Adnkronos, Giuseppe Pasquale Marra, ha così commentato la decisione di abolire il termine “clandestino”: «L’uso di un linguaggio corretto è sempre importante per un’agenzia di stampa, ma lo è ancora di più quando si tratta di fenomeni, come l’immigrazione su cui è facile alimentare paura, xenofobia e razzismo. Ogni giornalista in questo dovrebbe fare la propria parte».

Decine di altre testate certamente aveano già fatto lo stesso (ad esempio ecoinformazioni, nel suo piccolo, ndR) ma una testata nazionale, di rilievo e diffusione mainstream come l’Adnkronos, può essere un esempio per le altre che ancora scelgono di criminalizzare, ghettizzare, discriminare, con la penna. Info: www.cartadiroma.com [Barbara Battaglia, ecoinformazioni]

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